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Massimiliano Parente - Parente di Vasco


Massimiliano ParenteParente di Vasco
La Nave di Teseo
108 pagine, 16 euro

C’è una caratteristica dei libri di Massimiliano Parente che merita di essere particolarmente apprezzata, quella di dire sempre la verità. In altre parole significa fare di ogni libro una difficile, pericolosa esposizione di sé e del proprio pensiero, in completa nudità. Difficile, perché così uno scrittore squaderna, anche davanti a sé stesso, i propri punti critici, le proprie idiosincrasie, manie, ossessioni, ammettendo in sostanza tutto e così costringendosi a fare i conti con questo tutto. Pericolosa, perché se si ha una visione del mondo acuta e non conformista, i conformisti – che sono i più, e che sono giocoforza irrisi e scazzottati dallo scrittore – reagiranno con urla, strepiti, insulti, denunce, raccolte di firme rivolte al vostro editore per convincerlo a non pubblicarvi più, oppure al direttore del vostro giornale per convincerlo a non darvi più da lavorare. A Massimiliano Parente è successo più volte, e si noti che questo (scrivere) è il solo lavoro su cui conta per mantenersi, cosa che porta dunque ad apprezzarne ancor più il coraggio, o se volete la spericolatezza nel continuare a dire ciò che per lui è vero a dispetto del pensiero comune.



In Parente di Vasco si racconta la storia di un Massimiliano Parente che desidera conoscere Vasco Rossi a tal punto da progettarne, prima per gioco e poi sul serio, il rapimento. Che cosa, di Rossi, affascini il Parente-personaggio è nel romanzo, apparentemente, l’anticonformismo del cantautore di Zocca, l’inafferrabilità dei suoi testi, la formidabile apertura di senso cinica, disincantata, antispirituale di certi passaggi di alcune delle sue più note canzoni, che vengono citate e commentate (pur con parsimonia). Meno in superficie, si intuisce però anche il bisogno del Parente-personaggio, o di Parente tout court, di entrare in comunicazione con una divinità fisica e non metafisica,  con una persona il cui status (l’unica rockstar italiana vivente) garantisca un diverso livello di vita, un accesso preferenziale alle soluzioni, un’esistenza affrancata dalla noia e dalla prevedibilità del quotidiano. Questa comunicazione deve però avvenire a livello paritario, non certo ancillare, tra artisti del medesimo valore, ponendosi cioè sullo stesso piano creativo del musicista emiliano, come si conviene a un Massimiliano Parente che delle proprie doti scrittoriali e creative ha piena fiducia e alta opinione. Con la trama incardinata su tutto questo il romanzo scorre veloce, imprevedibile, con pagine di autentica follia e altre assolutamente esilaranti, in una lettura piacevole e soprendente. Ma la più importante delle verità raccontate in questo libro è un’altra, disseminata in tracce per tutto il romanzo, raccontata come contro-trama o retropensiero del Parente-personaggio, e riguarda la sua vita personale, la figlia e la compagna di Massimiliano Parente. Da un autore capace di scrivere l’enorme, disturbante apparato della Trilogia dell’Inumano forse non avremmo creduto di poter leggere pagine di tale disarmata delicatezza come quelle che si leggono in questo romanzo sulla relazione padre-figlia e compagno-compagna. Ma avremmo sbagliato noi: dire la verità fino in fondo è il compito che, nello scrivere, Parente si è preposto e qui, semplicemente, come sempre lo fa, evidentemente focalizzandosi su ciò che ora per lui conta di più. Senza paura, senza pudore, anche a costo di spiazzare chi lo ha sempre considerato, evidentemente senza coglierne tutte le sfaccettature, un mostro a più teste desideroso di divorarci.

[Nota: Massimiliano Parente è un mio caro amico. L’ho recensito con grande apprezzamento un paio di volte, lui ha recensito me con grande generosità più volte ancora. Mi ha anche invitato a scrivere alcune pagine introduttive alla sua Trilogia dell’Inumano. Se volete pensare che questa tessitura di relazioni, questo essere amici influenzi il nostro modo di vedere i libri dell’altro, fate pure. Io preferisco pensare che poiché a me piacciono i suoi libri e viceversa, essere amici ci venga naturale]

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Ormai da quasi quindici anni, più o meno una volta al mese esce una mia recensione su Tutto Libri, il supplemento culturale de La Stampa. Ci sono tanti collaboratori, lo spazio è quello che è, una recensione al mese è il ritmo che mi è concesso e che, devo ammettere, piace anche a un lettore pigro come me. Su TuttoLibri parlo quasi solo di libri che ho amato, e che credo possano amare anche tanti lettori, libri di scrittori italiani, salvo rarissime eccezioni. Qualche volta, tuttavia, capita che i libri che mi sono piaciuti e di cui mi piacerebbe parlare siano più di uno al mese, oppure che li abbia già proposti qualcun altro per una recensione, oppure ancora che per uno delle decine di possibili motivi io non abbia modo di parlarne di là. Allora, dato che mi piacerebbe parlarne comunque, ne scrivo di qua.